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BRAND MANAGMENT

Con cosa condisci il tuo brand?

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Con cosa condisci il tuo brand?

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Siamo nell’era del business digitale, dell’industry 4.0, dell’innovazione, della diffusione start-up e dei social media, quindi nell’epoca dell’invasione sconsiderata di tecnicismi, nuove terminologie, inglesismi (a volte abusati per darsi tono) e di una contaminazione lessicale senza precedenti.

Viene quasi sempre un po’ di apprensione e senso di sopraffazione quando si comincia a parlare di branding, advertising, social media, funnel, e via dicendo; in realtà non c’è da stupirsi se in questo panorama ci si perde qualche termine tecnico, infatti, per giungere all’oggetto di questa pagina, è facile constatare che in molti non sappiano cosa sia un brand manager o in cosa consista svolgere attività di brand management (non andate a consultare il wikizionario! giusto perché lo abbiamo già fatto noi 😉

A dire il vero, anche se meno scontato, anche il significato reale della parola brand non è così immediato.
Troppo spesso si fa infatti confusione tra marca/brand, marchio, logo, immagine, ed in effetti i glossari del marketing non ci vengono incontro, soprattutto a causa della costante ridefinizione dei loro vocaboli, che crescono (e variano) parallelamente all’evoluzione dei mezzi di comunicazione.

Partiamo dall’inizio

Quindi partendo dal principio cos’è davvero un brand e a cosa potrebbe servire, nell’attuale panorama commerciale un brand manager, ovvero il consulente specializzato nella gestione del processo di brand Managment (o gestione della marca)?
Presto detto!
Se volessimo descrivere cosa sia una marca (spesso usato come sinonimo di brand) e le sue caratteristiche potremmo dire che questa corrisponde ad un bel panino… un hamburger farcito per la precisione.

I brand manager o gli addetti ai lavori in lettura probabilmente avranno lasciato il dominio www.becomunicazioni.it dopo quest’affermazione ma, come già sottolineato vogliamo evitare forzature lessicali poco comprensibili e dare spazio alla forza allusiva della metafora e del linguaggio figurato (il “pane quotidiano” dei visual designer, tanto per stare in tema (e qui abbiamo perso anche loro probabilmente ;)).

Ad ogni modo, un brand è a tutti gli effetti un’entità soggettiva, astratta (quindi non commestibile ovviamente) che racchiude in modo più o meno marcato, un insieme di aspetti, che costituiscono il carattere, la specificità, i valori, la tangibilità e l’immagine, di un’azienda, prodotto o servizio (o di una qualunque realtà sociale e commerciale).

L’insieme di questi “ingredienti” determina il suo aspetto, il suo odore, il sapore, la sua appetibilità e contribuisce a rendere il brand-burger un elemento dal sapore unico.

Se nell’hamburger classico possiamo scegliere il tipo di carne/verdura, i condimenti, il tipo di pane etc… il brand può essere “perarato” e “farcito” In molti modi differenti. Vediamo come:

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Ricetta per una corretta
Attività di

BRAND MANAGMENT

La migliore ricetta per un brand/burger
ricco e appetitoso, tutto da gustare

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Difficoltà:
medio/alta

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Preparazione:
mesi/anni

BRAND MANAGMENT - BE Comunicazioni - icona dosi per

Dosi per:
Qualunque persona

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Costo:
proporzionato al ritorno d’immagine
(se affidato a BE Comunicazioni naturalmente)

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Ingredienti

Insieme di elementi espressivi e caratteriali utilizzati da un’azienda per trasmettere la propria immagine, le proprie credenziali, al mercato. La brand Identity è costituita da una serie di consapevoli scelte strategiche operate in ambito advertising che hanno lo scopo di definire gli aspetti tangibili della marca come logo, immagine coordinata, sito web, packaging, storytelling, etc…
E’ la struttura del panino, il suo odore e sapore.

Insieme di valori percepiti dai consumatori nei confronti della marca, cioè l’insieme di caratteristiche che ogni consumatore attribuisce al brand. La brand image deriva da ciò che il pubblico percepisce della marca attraverso tutti i fattori che intercorrono nel rapporto con essa come la pubblicità, la distribuzione, il consumo, il confronto (con altri consumatori o attraverso giudizio di influencer), etc…
E’ una sorta di processo di stratificazione di impressioni che contribuisce a creare l’accostamento della marca a determinati aspetti o a un giudizio di valore. Come tale è un elemento difficile da modificare e, specialmente nella logica della grande distribuzione, costituisce un patrimonio di credibilità importante per ottenere una fedeltà alla marca o prodotto più certa e diffusa.
Essendo un giudizio di valore soggettivo la brand image non è controllabile ma influenzabile attraverso una serie di interventi mirati come coinvolgimento di influencer/opinion leader, social adv, campagne, sondaggi, etc…

È letteralmente il posizionamento di una marca rispetto alla sua concorrenza, anche se preferiamo accostare il positioning al concetto di unicità.
Il brand positioning infatti è l’insieme di caratteristiche che consentono alla marca di differenziarsi dai suoi competitor attraverso l’esplicitazione di una o più qualità distintive, uniche, specifiche, che consentano alla marca stessa, ai suoi prodotti e/o ai suoi servizi di distinguersi dalla concorrenza, come qualità, velocità, convenienza, etc…
Sono quindi le scelte degli elementi che rendono il panino unico come i cetriolini, il formaggio, le salse…

È in sintesi la notorietà della marca, ovvero la sua capacità di essere riconoscibile nei confronti del mercato. Le attività dedicate all’incremento della brand awarness sono sono di tipo comunicativo e permettono di incrementare questo valore nei confronti della clientela. Il traguardo ideale di una buona strategia di brand awarness è che i consumatori creino come prima associazione rispetto alla ricerca di un bene/servizio una determinata azienda (es. e-commerce=amazon, motore di ricerca=google, tablet=ipad, hamburger=mcdonald, marketing=becomunicazioni (ovviamente;)). E’ la cosiddetta risalita della piramide di Aaker.

È l’elemento che esprime la forza, il valore, il patrimonio (non monetario) della marca rispetto ad uno o più mercati di riferimento. E’ la capacità, quindi, di una marca di imporre il valore del proprio brand, massimizzando tale requisito attraverso interventi e investimenti stratificati nel tempo.

È la fedeltà dei consumatori nei confronti di un determinato brand e/o dei suoi prodotti. Questa fedeltà si esprime tendenzialmente attraverso la preferenza nell’acquisto da parte del consumatore anche durante processi di mutamento del brand (variazione di immagine, prezzo, distribuzione, etc..)

Preparazione

Prendetevi cura del vostro brand, dedicandogli il tempo necessario a farlo crescere e maturare

Consultate se necessario un brand manager che si occupi della cura dei vari “ingredienti” del brand e che contribuisca a rendere il prodotto equilibrato, gradevole e speciale. Il brand manager infatti, che sia un professionista o un’azienda dalle competenze multidisciplinari in ambito marketing e comunicazione (come la BE Comunicazioni naturalmente 😉 potrebbe aiutare la vostra impresa a riconoscere e dare il giusto rilievo alle caratteristiche del vostro brand, per aiutarvi a controllarne notorietà, unicità e percezione nei confronti del mercato e supportarvi nello sviluppo e nella distribuzione dei vostri prodotti.

Alcune recenti indagini, documentate da varie testate giornalistiche sembrano dimostrare che i consumatori sono sempre più esigenti e informati, e non per forza affezionati ai marchi, o meglio sono in grado di modificare con sempre più spontaneità le proprie attitudini al consumo senza troppi vincoli di fedeltà alla marca.

Ma se il vostro brand fosse un ottimo hamburger chi ci rinuncerebbe?

Ora a questo punto volete avere qualche indicazione sulla gestione del vostro brand e progetti di comunicazione?

Del vostro Brand Managment?

Contattateci subito!

(non domani, nè dopodomani, il business non aspetta)!



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